Vai al contenuto principale

Régis Huby

Violinista - Improvvisatore - Compositore
  • Casa
  • Progetti / Notizie
  • Concerti
  • Bio
  • Discografia
  • Musica
  • Video
  • Contatto
  • Collegamenti
    • Produzioni Abalone
    • Grandi formati

Musica

Attraversamento equo

Dettagli dell'album

Artista
Régis Huby
Pubblicazione
2016
Tipo
Jazz
Régis Huby "Attraversamento uguale

Link agli album

  • ITunes
  • Qobuz
  • Spotify
  • Amazon Music
  • Deezer

Album playlist

  1. Equal Crossing ( Parte 1 ) - Fede e dubbio -:-- / 6:53
  2. Equal Crossing ( Parte 2 ) - Dubbio e paura -:-- / 9:07
  3. Equal Crossing ( Parte 3 ) - Siamo di ...? -:-- / 9:54
  4. Equal Crossing ( Parte 4 ) - La sintesi di Now-here ...? -:-- / 8:29
  5. Equal Crossing ( Parte 5 ) - L'incrocio delle apparenze -:-- / 5:40
  6. Attraversamento equo ( Parte 6 ) - Ponti immaginari -:-- / 12:27
  7. Equal Crossing ( Parte 7 ) - Horizon's Crossing -:-- / 7:42

         

 

  • Régis Huby Violini, elettronica, composizioni
  • Marc Ducret Chitarre
  • Bruno Angelini Pianoforte, Fender Rhodes, Little Phatty, Elettronica
  • Michele Rabbia Percussioni, elettronica

Registrato da Sylvain Thevenard (Studios La Buissonne - Francia) Mixato da Sylvain Thevenard Masterizzato da Marwan Danoun (Galaxy Studios - Belgio) Steinway accordato e preparato da Alain Massonneau Foto Copertina Brian Siskind Foto Quartetto Jérôme Prébois

Etichetta: Abalone Productions

 

Un estratto di Race et Histoire (1952) di Claude Lévi-Strauss funge da commento a questo ambizioso album del violinista Régis Huby: "Dobbiamo ascoltare il grano che cresce, incoraggiare le potenzialità segrete, risvegliare tutte le vocazioni alla convivenza che la storia riserva; dobbiamo anche essere pronti a considerare, senza sorpresa, senza ripugnanza o rivolta, ciò che di insolito tutte queste nuove forme di espressione sociale non possono non offrire". Per Régis Huby e i suoi compagni, attraversare le culture su un piano di parità significa partire dal rigore di Bach, continuare con l'espressività del rock, impegnarsi nelle sinuose ripetizioni di uno Steve Reich, e scoprire i propri stupori con un misto di innocenza e iper-coscienza. L'opera è presentata in tre movimenti, ciascuno dei quali è suddiviso in parti nettamente contrastanti, che vanno dalla seduzione armonica alla titillazione rumorosa. Ciascuno degli strumentisti mette in campo la propria immaginazione, contribuendo a creare un mondo che, pur rimanendo sotto l'egida del jazz, si avvicina alle sperimentazioni visive del tachismo, della op art e della pop art. Marc Ducret, come si sa, è un chitarrista che rifiuta ostinatamente il minimo vezzo; Bruno Angelini, al pianoforte e alle altre tastiere, ne getta a bizzeffe; Michele Rabbia, alle percussioni e all'elettronica, aggiunge mistero ai rumori; infine Régis Huby, intrepido musicista, sa dare al tutto le forme di una geometria appassionata. Gli incuriositi sono pregati di astenersi. - Michel Contat (Telerama n°3477 - 29/08/2016)

Foto © Christophe Charpenel

Pulsanti per i social media

  • YouTube
  • Facebook
  • Instagram
  • Bandcamp
  • Soundcloud
Alimentato da AudioTheme